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COPENAGHEN 2014
Dal 30 Aprile al 4 Maggio ho partecipato al Congresso Internazionale organizzato dalla International Association of Specialized Kinesiology (IASK).
Questa è l’altra associazione internazionale esistente, oltre alla International Kinesiology College (IKC). E’ dal 2001 che partecipo regolarmente ai congressi organizzati dal’IKC, ma questa era la prima volta che partecipavo a quello della IASK.
È’ stato molto interessante e costruttivo.
Il 30 Aprile, il giorno primo dell’inizio del congresso vero e proprio, la IASK ha organizzato un meeting, invitando diverse associazioni nazionali di kinesiologia. Visto che faccio parte del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Kinesiologia Specializzata (AKSI), ho partecipato a questa riunione come rappresentante dell’Italia, insieme a Jose Bellesini, presidente dell’AKSI.
Visto che la IASK ha passato un momento difficile, con diversi conflitti interni e con diversi membri del loro consiglio direttivo che si sono dimessi, hanno deciso di ripartire da zero. Nel vero senso della parola. Hanno preso tutti i fondi dell’associazione e li hanno spesi per organizzare questo meeting/congresso. Hanno invitato numerose associazioni nazionali e per quelle che venivano da molto lontano o che avevano difficoltà economiche, hanno contribuito alle loro spese di viaggio o di albergo.
Così ci siamo ritrovati con delegati delle Associazioni di Australia, Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svezia, ed Ungheria.
Lo scopo è stato quello di capire come è riconosciuta la Kinesiologia nelle diverse nazioni, quante ore deve studiare uno studente per poter diventare un professionista, se la Kinesiologia ha un riconoscimento legislativo, se è stata inquadrata come una professione sanitaria, etc.
Ma soprattutto l’obbiettivo è stato capire se avevamo degli obiettivi comuni e potevamo avere una collaborazione tra le diverse Associazioni. Ciò che è emerso è che coloro che avevano le idee più vicine e che credevano che potesse esserci un vantaggio a collaborare, erano più che altro le associazioni facenti parte della Comunità Europea. Chiaramente, uno degli obbiettivi è quello di avere la Kinesiologia riconosciuta direttamente dal Parlamento Europeo.
Per nazioni come l’Italia, questa potrebbe essere un’ottima possibilità per il riconoscimento della professione, visto che da noi esiste una fortissima resistenza alla nascita di nuove professioni da parte di ordini, albi e associazioni di professioni già consolidate (medici e fisioterapisti soprattutto).
Chiaramente, in Italia abbiamo la legge n.4 del 2013, che è l’inizio del cammino per il riconoscimento di numerosissime professioni non ancora regolamentate, e la Kinesiologia è una di esse. Siamo già a un buon punto, ma ancora lontani dal riconoscimento effettivo della professione.
E’ interessante notare come, anche all’interno della Comunità Europea ci siano differenze macroscopiche tra nazione e nazione. Ad esempio, nella maggior parte delle nazioni presenti al meeting, la Kinesiologia non è regolamentata da leggi specifiche e la Kinesiologia viene presentata, come in Italia, come un metodo educativo, in cui non si trattano disturbi, ma si punta a sviluppare le potenzialità della persona, eliminando i suoi stress fisici, emotivi e biochimici.
Mentre in alcune nazioni, come l’Olanda, la Svezia e la Germania, il kinesiologo può essere una figura paramedica, cioè simile al fisioterapista e all’infermiere, che possono trattare disturbi fisici e patologie, fino ad un certo livello di gravità. Solo che in Svezia bastano 600 ore complessive di studi (ore di Kinesiologia + ore di materie fondamentali), mentre in Olanda ce ne vogliono minimo 4400, che possono diventare 6700 per il livello più alto di professionista (Kinesiologo Specializzato).
Quindi, mi sembra che sarà molto difficile trovare dei criteri uguali per ogni nazione (approccio educativo o terapeuta paramedico, centinaia di ore di studi o migliaia di ore di studi), ma sicuramente la collaborazione tra associazioni nazionali è importantissima per aiutare la diffusione e la crescita della Kinesiologia.
Visto che hanno investito tutti i loro soldi nell’organizzazione di questo evento, se non si fosse trovata una sinergia tra associazioni, con l’intento di portare avanti una collaborazione tra le diverse nazioni, la IASK avrebbe chiuso per sempre.
Ma visto che questo accordo è stato trovato e che numerose persone hanno sentito che è importante avere una associazione internazionale, che coordini le singole associazioni nazionali, la IASK ha deciso di continuare il loro lavoro.
Oltre a questo meeting, si è svolta l’Assemblea Generale della IASK e sono stati riconfermati 5 membri del precedente Direttivo e sono stati eletti 4 nuovi delegati, tra cui il sottoscritto, che ora riveste la funzione di responsabile per la Ricerca e Statistica.
La IASK sta’ portando avanti un interessante progetto di ricerca, chiamato “The Knee Project” ed è stato ideato da Wayne Topping, ma di questo ne parlerò approfonditamente in un altro articolo!
Per maggiori informazioni sulla IASK potete visitare il seguente sito: http://www.iask.org